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Motorino, Scooter, Vespa - Мопед

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Chiariamoci subito: per motorino qui si intende il ciclomotore 50 di cilindrata-литраж, объём цилиндра, detto anche cinquantino, quello che si può guidare a partire dai 14 anni di età e che, dalla notte dei tempi-с незапамятных времен, è stato ed è “l’erba voglio” dei ragazzini italiani, senza distinzione-без различия di sesso. È stato ed è il simbolo dell’uscita dalla pubertà-половая зрелость e rappresenta l’ingresso nel meraviglioso e turbolento mondo dell’adolescenza-в чудесный и бурный мир подросткового возраста. Certo, dal cinquantino dei miei tempi agli scooter di oggi sono cambiate molte cose, a cominciare da me, che adesso vado in bicicletta, ma a rimanere lo stesso è un culto che da decenni accomuna genitori e figli-который объединяет родителей и детей на протяжении десятилетий

PAPÀ, MI COMPRI IL MOTORINO?
SE VOSTRO FIGLIO O FIGLIA...

1. da qualche mese va bene, anzi, molto bene a scuola;
2. assume impegni di qualunque tipo e li mantiene; in una parola, mostra un grande, quanto inconsueto, senso di responsabilità-берет на себя обязательства любого рода и выполняет их; одним словом, он проявляет большое, но необычное чувство ответственности;
3. non perde occasione per farvi notare quanto sia diventato difficile, negli ultimi tempi, muoversi con i mezzi pubblici;
4. vi chiede spesso di raccontargli di quando eravate giovani come lui/lei... non illudetevi, non
“sta diventando grande”, sta semplicemente per chiedervi di comprargli/comprarle il motorino.

Il vostro angioletto arriverà a casa da scuola sfoggiando la faccia più innocente di questa terra. Sorridendo tirerà fuori dallo zainetto la pagella-табель успеваемости piena di bei voti-полный хороших оценок. Una bella giornata: vi siederete a cena felici di avere il figlio/la figlia migliore del mondo, di essere genitori fantastici ed è proprio a quel punto che la domanda piomberà su di voi come un fulmine a ciel sereno-как гром среди ясного неба: “Papà, mi compri il motorino?”.

C’ERA UNA VOLTA…
Prima dell’invasione del mercato e delle strade da parte degli scooter, i motorini erano molto diversi, così com’era diverso chi li guidava. Il motorino, infatti, ti definiva, era un’espressione della tua personalità, non poteva essere scelto a caso. I motorini erano per lo più-по большей части a pedali. C’erano quelli da bravo ragazzo/a, come il Ciao, il Bravo o il Sì, prodotti dalla Piaggio. Mentre il Ciao era, per così dire, unisex, il Bravo era diffuso soprattutto tra i maschietti, mentre il Sì era un must tra le ragazzine. Per i ragazzi più concreti c’era il Garelli, un motorino di solida struttura che poteva raggiungere anche i 50 km orari-прочная конструкция, способная развивать скорость до 50 км в час
. Il truzzo di turno sfoggiava un performante, velocissimo, ma soprattutto brutto tubone. Fra i tuboni più diffusi c’erano il Fifty, il Ciclone, ma soprattutto lui, il mitico Califfone. Quelli che avevano la Vespa, anzi, il Vespino, facevano gruppo a parte, nel senso che potevano appartenere a tutte e tre le categorie, con la differenza di avere genitori più generosi. Poi c’erano gli outsider, che avevano motorini ritenuti strani, tipo la Motorella Benelli, che sembrava una roba da bambini. Poi sono arrivati gli anni Novanta, gli scooter e il casco obbligatorio... e io mi sono fatto la macchina.

UN FILM E UNA CANZONE
Eh no, gli italiani non possono proprio farne a meno. Di tutto devono fare un film o una canzone. Nel caso del motorino li abbiamo entrambi. Il film, di cui – detto per inciso-мимоходом – la storia del cinema poteva tranquillamente fare a meno-обойтись без ч-л, è del 1984. Scritto e diretto da Ninì Grassia (1944-2010), si intitola, senza troppa fantasia, Il motorino. Racconta la storia drammatica di un padre, Mario, e di un figlio, Sal, che si allontanano e infine si ricongiungono-ricongiungersi вновь соединяться / смыкаться; воссоединяться, объединяться quando Sal ha un incidente con il motorino regalatogli dalla madre, che anni prima aveva abbandonato figlio e marito. Film perdibilissimo-крайне скучный фильм
, se non fosse per la scena in cui Sal e i suoi amici girano in motorino per le strade di Napoli, in una scena alla Easy Rider. La canzone è stata il tormentone dell’estate 1999 ed è dedicata al cinquantino per eccellenza-Песня стала хитом лета 1999 года и посвящена главным образом пятидесятым годам, la Vespa 50 special, che poi è anche il titolo del brano cantato dal gruppo bolognese Lunapop: 50 special appunto. Qui il motorino è esaltato a simbolo di libertà, oggetto che basta a se stesso e a chi lo possiede-предмет, достаточный для себя и для тех, кто им владеет. Il ritornello recita: “Ma come è bello andare in giro con le ali sotto i piedi, / se hai una Vespa Special che ti toglie i problemi”. I problemi dei ragazzini sono quelli di sempre: “La scuola non va… / ma ho una Vespa, una donna non ho… / ma ho una Vespa, domenica è già … / e una Vespa mi porterà … / fuori città”. La canzone mette in rilievo una caratteristica che accomuna molti italiani: non è l’azione a risolvere i problemi – per esempio studiare per superare le difficoltà a scuola –, ma il non pensarci, oppure pensare a qualcos’altro, a uno scacciapensieri. È il principio che ha ispirato versi come “basta che ci sta ’o sole, basta che ci sta ’o mare” di un brano come Simmo ’e Napule paisà, o il romanesco “ma che ce frega, ma che ce ’mporta” della Società dei magnaccioni.

motorino


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